Di Sergio Graziosi, Sales Manager Italia, Enphase Energy
In questi giorni, il tema del caro bollette legato allo spropositato aumento dei prezzi dell’energia è in primo piano su tutti i mezzi di informazione. L’Italia, come del resto l’intera Europa, deve affrontare questo problema che colpisce in modo significativo sia famiglie che imprese, costringendole a rivedere le proprie abitudini e ridimensionare i propri standard a causa della mancanza di soluzioni sostenibili adeguate. Assenza che, nel lungo periodo, potrebbe rivelarsi disastrosa per il tessuto economico-sociale e ambientale del nostro Paese.
Nonostante negli ultimi quindici anni il sistema di approvvigionamento energetico italiano si sia avviato verso soluzioni sempre più green e sostenibili, rimane ancora preponderante la componente dei combustibili fossili come fonte energetica primaria. Eppure, l’Italia figura come uno degli Stati con il maggior potenziale di sfruttamento delle risorse climatiche: se ci configurassimo in un mercato globalizzato, un kWp installato in Germania avrebbe lo stesso costo d’installazione che in Italia, ma produrrebbe un 30% in meno a causa del minore irraggiamento. Come è quindi possibile che non siano già state definite soluzioni in grado di tracciare la rotta verso un’indipendenza energetica sempre più sostenibile?
In seguito agli accordi di Parigi del 2015 sono stati fatti concreti passi avanti a livello globale in termini di processi di decarbonizzazione, portando gli Stati a perseguire strade alternative per la riduzione delle emissioni di gas serra nell’atmosfera.
Purtroppo, per sopperire alla capacità produttiva delle centrali a carbone dismesse, è stata selezionata come fonte di approvvigionamento principale il gas naturale, che rimane pur sempre un idrocarburo.
La scelta di considerare gas e nucleare tra le fonti “green” per accedere ai fondi di sviluppo europei non è certo una soluzione sostenibile. Il gas metano è un gas serra molto impattante mentre il nucleare non ha ancora risolto il problema del rilascio nell’ambiente di radioattività e quello della gestione di scorie altamente radioattive, anche a seguito dello smantellamento delle centrali chiuse.
Questa situazione ha generato un picco di domanda di gas che ha portato a un aumento esponenziale dei prezzi, e privilegiato i Paesi produttori, come ad esempio la Russia, che hanno potuto distribuire la risorsa ai migliori offerenti, con il risultato di un drastico aumento dei costi.
In questa ottica, l’unica soluzione possibile per intraprendere un percorso virtuoso verso l’indipendenza energetica è quello di spingere gli Stati ad accelerare verso le fonti rinnovabili, senza far ricadere i costi, in termini economici e di sostenibilità, sulla popolazione. Fotovoltaico ed eolico possono garantire in breve tempo (molto inferiore rispetto ad eventuali progetti di utilizzo di gas nazionale) una maggiore indipendenza energetica a costi inferiori, favorendo inoltre lo sviluppo di tecnologie di stoccaggio dell’energia per la gestione della rete.
Ad oggi, un’ottima soluzione individuale per risolvere il caro bollette e ridurre il proprio fabbisogno energetico fino all’80% è sicuramente l’installazione di un impianto fotovoltaico e di un sistema di accumulo. Grazie anche al supporto rappresentato dall’Ecobonus, è possibile raggiungere un rientro del proprio investimento già in 5 anni e, al contempo, garantirsi per i seguenti 20 anni di durata dell’impianto un’indipendenza energetica sostenibile e a costo pari a zero.